Pubblichiamo l’intervista al Sen. Mario Baldassarri (dal Messaggero del 22 giugno 2011)
La bocciatura di Mario Baldassarri, ministro dell`Economia-ombra del Fli ed ex stretto collaboratore di Tremonti, non potrebbe essere più netta.
Tremonti e Berlusconi insistono: tre aliquote Irpef e riforma ad impatto zero. Che ne pensa?
«Premessa. Primo punto. La riforma fiscale non può essere a parità di gettito. Secondo. Una vera riforma fiscale è, a mio parere, quella che riduce la pressione fiscale. Tutto il resto sono slogan triti e ritriti come l`abusato spostare l`imposizione dalle persone alle cose, dal centro alla periferia…».
Ma sono le parole d`ordine del ministro Tremonti..
«Che non hanno senso. Come non ha senso ridurre 1`Irpef e aumentare l`Iva. Tassare di più i consumi, come propone il ministro, ha un effetto regressivo e colpisce soprattutto i ceti medio bassi. Se queste sono le premesse non si tratta di una riforma fiscale ma di una presa per i fondelli».
Ma voi del Fli cosa proponete in alternativa?
«Bisogna ridurre la pressione fiscale sulle famiglie con le deduzioni e, per quanto riguarda le imprese, cancellando l`Irap. Comunque se il governo intende fare sul serio, e francamente non lo credo, deve spiegarci dove prenderà le risorse necessarie».
Tagliando le spese…
«Ma non con i tagli lineari, indiscriminati ed inefficaci. Come ha fatto fino ad ora. Ma con tagli selettivi, come ha chiesto il Governatore Mario Draghi e come chiedo da tempo anche io».
Partiamo dall`ultima manovra e poi arriviamo alla prossima.
«L`ultima manovra ha aumentato le entrate di 48 miliardi, 25 miliardi sono andati a tagliare il deficit; 26 per finanziare la spesa corrente, mentre circa 3 miliardi sono stati sottratti agli investimenti per infrastrutture. Di fatto non si è riusciti a raggiungere gli obiettivi. Anzi, l`economia è stata frenata e la battaglia al deficit non è stata vinta».
E la manovra triennale in cantiere?
«Nel Def, il documento economico finanziario, da qui al 2014 è previsto un aumento tendenziale delle entrate di 93 miliardi; 25 miliardi dovranno poi essere indirizzati per tagliare il deficit. Circa 76 miliardi andranno a finanziare le spese correnti e ci saranno circa 8 miliardi in meno per le infrastrutture. Insomma, si ripete un vecchio schema e, come si vede, non si azzera un bel nulla».
Nè rigore, nè sviluppo quindi..
«Purtroppo è cosi.Servono invece tagli mirati verticali per 60-70 miliardi alle spe- se, quello che è scritto nell`agenda Draghi, ciò che sostengono da tempo».(www.futuroeliberta.com)
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