lunedì 21 marzo 2011

Slogan anti-Lega, scoppia la polemica «Alleanza in crisi»

Conta: «Volevamo farci sentire» Bragantini: «Non mi interessa»

Il grido «chi non salta padano è» risuonato più volte sabato tra le vie del centro storico, attraversato dal corteo della Giovane Italia e del Pdl regionale, continua ad echeggiare dentro e fuori i palazzi della politica. In testa al serpentone tricolore che ha inneggiato al 150° dell'unità d'Italia c'erano il ministro Giorgia Meloni e il sottosegretario Alberto Giorgetti. E, insieme al «traditore» Fini, la Lega era stato il bersaglio preferito da parte del migliaio di partecipanti.
«Dalla piazza», attacca Matteo Avogaro, segretario provinciale di Generazione democratica, «emergono tutte le contraddizioni del Pdl. Se davvero crede nell'unità del Paese», afferma l'esponente del Pd, «dovrebbe rompere l'alleanza di ferro con la Lega, partito secessionista per statuto invece che fare sfoggio retorico di bandiere tricolori e poi non muovere un dito davanti alle offese che il partito di Bossi e Zaia porta, in ogni occasione che si presenta, alla storia d'Italia».
Ma Giancarlo Conta vice coordinatore cittadino del Pdl ridimensiona la portata degli slogan anti Lega: «Si voleva sottolineare il valore della bandiera e dell'unità, concetti sui quali abbiamo idee diverse dai nostri alleati. Gli slogan servivano a far sentire che ci siamo e vogliamo esserci e soprattutto sabato c'erano tantissimi giovani. Quanto al federalismo, lo vogliamo anche noi. ma con la Lega ci sono sfumature non da poco diverse. E lo abbiamo sottolineato».
Il segretario provinciale del Carroccio, Matteo Bragantini, fa spallucce: «Dal Giappone alla Libia mi sembra che ci siano problemi più importanti cui pensare. Gli slogan? È stata una loro manifestazione, io non c'ero e non mi interessa». Paolo Silvio Menegazzi, sindaco di Bovolone, è il capofila dei leghisti duri e puri che hanno detto no alle celebrazioni per l'unità d'Italia. «Quelle del Pdl», esclama, «sono state provocazioni di basso profilo, fortunatamente non li ho come alleati nel mio Comune, me ne guarderei bene...».
(L'arena)

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