mercoledì 23 marzo 2011

Siamo uomini o premier? .

È addolorato per Gheddafi. La mente corre d'istinto ai povericristi che Gheddafi ha accoppato, ma il problema non è tanto il suo dolore: è il bisogno di comunicarcelo. 
Per lui è normale farlo, ora, mentre il mondo è in bilico per un dittatore che sta sterminando i suoi fratelli. "La vicenda mi colpisce personalmente", dice con candore, come se parlasse di un commilitone lasciato dalla moglie. Non gli importa se tutti trasaliranno, non lo tocca l'effetto delle sue parole sui soldati italiani in volo con le bombe in pancia, non gli interessa neppure che tutti penseranno "certo, per te Gheddafi è un compare di bunga-bunga". Lui comunque deve dircelo, non può trattenersi.
Anche Hitler avrà avuto amici personali, anche Milosevic, anche Saddam Hussein. Forse pure tra i capi di governo. Ma nessuno è stato così incosciente da farlo sapere al mondo nel momento stesso in cui bombardava Berlino o Belgrado o Baghdad, e temeva le ritorsioni contro i civili. Silvio no. Lui non può farne a meno. Siamo uomini o premier? Quando scappa scappa, e poi uno si sente più libero.(www.ilfuturista.it)

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